L'insegnamento nella difesa personale è un processo complesso che va oltre la semplice pratica di tecniche. Richiede un'attenzione mirata alla struttura delle esercitazioni, alla creazione di un contesto realistico e all'uso consapevole delle risorse fisiche e cognitive. Ogni esercitazione deve bilanciare la componente tecnica e strategica, tenendo sempre in considerazione le diverse fasi di cui è composta. La gestione delle fasi di ogni esercitazione e la definizione del focus sono aspetti chiave per massimizzare l'efficacia dell'apprendimento.
Nell'ambito della difesa personale il pugno a martello, spesso sottovalutato, è una tecnica semplice, efficace e versatile. Utilizza il lato inferiore del pugno (il lato del mignolo), per generare colpi potenti, adattandosi a diverse situazioni, anche in spazi ristretti. Intuitivo e versatile, è ideale per principianti ed esperti, grazie alla sua rapidità di apprendimento e affidabilità in situazioni di emergenza.
Nel campo delle scienze motorie applicate alla difesa personale, è fondamentale adottare un approccio strategico alla correzione degli errori. Ogni allievo è unico e attraversa fasi di apprendimento distinte, caratterizzate da errori normali e fisiologici che fanno parte del processo naturale di acquisizione delle abilità motorie. Con le dovute differenze individuali, il percorso di apprendimento è comunque simile per tutti: un affinamento continuo, non un semplice passaggio tra "giusto" e "sbagliato". Concentrarsi sulle correzioni appropriate al momento giusto può fare la differenza tra un apprendimento efficace e un'esperienza frustrante.
Il 1° marzo, la prestigiosa Università La Sapienza ha ospitato un workshop innovativo e di grande rilevanza dedicato alla difesa personale per operatori sanitari. L’evento, rivolto a studenti di medicina e di scienze infermieristiche, ha sottolineato l'importanza di dotare i futuri professionisti della salute delle competenze necessarie per affrontare situazioni di potenziale pericolo.
Immaginate una scena comune: una persona cammina tranquillamente in un parco e, all'improvviso, inciampa su una radice nel terreno. Nessuno contempla mai seriamente la possibilità di inciampare, perché si pensa che "basta stare attenti a dove si mettono i piedi". Eppure, malgrado la prudenza, inciampiamo comunque. Questo stesso principio può essere applicato al concetto della difesa personale, o meglio alla “validazione dell’efficacia” delle tecniche che in tanti praticano. Vediamo come.
Quando ci si trova in una situazione di pericolo, il corpo umano attiva una risposta fisiologica immediata e automatica: il rilascio di adrenalina. Questa risposta, conosciuta come "fight or flight" (lotta o fuga), è progettata per preparare il corpo ad affrontare o sfuggire al pericolo imminente. Ma come influisce l’adrenalina sulla nostra capacità di difenderci? Quali sono i suoi effetti su forza, velocità, lucidità mentale, e come possiamo imparare a gestirla efficacemente in un contesto di difesa personale?