Le origini del KUAI sono da attribuire alla lotta ravvicinata militare
La “lotta ravvicinata militare” è una tecnica di difesa personale, che ha le sue origini nel “Pancrazio” (dal greco ‘pan' = tutta; 'cratos' = forza; 'intera forza del corpo'), sintesi della antica arte di combattimento greca e romana implementata con tecniche innovative, quali il Kung Fu e altre arti marziali, al fine di essere adatta alle esigenze del soldato moderno.
Questa disciplina prevede la quasi totalità di tecniche offensive (palmo aperto, gomitate, testate, leve, torsioni, calci, ginocchiate), di presa (immobilizzazioni, soffocamenti, pressioni su punti specifici), di difesa (schivata, parata, blocco, assorbimento, deviazione, caduta a terra), lotta a terra e di uso di armi bianche in offesa e in difesa.
Scopo della lotta ravvicinata militare è il combattimento corpo a corpo, con e senza uso delle armi, che prevede come risultato finale la neutralizzazione dell'avversario sia attraverso fratture degli arti, sia con colpi inflitti in punti vitali.
Essendo questa disciplina diretta al soldato in assetto di guerra, richiede che le sue tecniche tengano conto del fatto che entrambi i combattenti siano dotati di adeguate protezioni balistiche (elmetto e giubbetto antiproiettile), che allo stesso tempo rappresentano un impedimento nei movimenti per peso e ingombro e una invulnerabilità ai colpi scagliati sulle parti del corpo protette dalle stesse.
La “Lotta Ravvicinata Militare”, è nata in Italia su incarico dello Stato Maggiore di Difesa. L’attuale disciplina è stata elaborata dal Dottor Andrea Alati, direttore tecnico nazionale, che ha personalmente formato i primi istruttori militari presso il Centro Addestramento ginnico-sportivo della Cecchignola a Roma.