Qualche giorno fa, un collega Istruttore di KUAI ha riportato una scena a cui aveva assistito poco prima nel quartiere: una donna era scesa da un'auto pronunciando la parola "aiuto" e si era incamminata verso una via. L'auto, con a bordo un uomo, aveva proseguito a fianco del marciapiede, separato dalla donna dalle auto parcheggiate a lisca di pesce, seguendola per alcuni metri per poi superarla e proseguire. Durante questo tragitto, i due si sono scambiati delle parole, non udibili dal collega.
Spesso gli istruttori di Arti Marziali e Sport da Combattimento legano la loro pratica alla difesa personale senza effettuare nessuna contestualizzazione, nonostante siano ambiti con caratteristiche profondamente diverse. Infatti le arti marziali, gli sport da combattimento e la difesa personale hanno obiettivi, regole e contesti di applicazione specifici che difficilmente si possono sovrapporre. Cerchiamo di capire allora perché questo sconfinamento di campo continua.
Nel mondo della difesa personale, le tecniche di disarmo da arma da fuoco hanno spesso un fascino particolare. Esse vengono proposte in vari corsi e stili come una soluzione possibile a una situazione estremamente pericolosa: quella di trovarsi di fronte a una pistola puntata contro di noi. Tuttavia, queste tecniche, pur dando una sensazione di controllo e sicurezza mentale, devono essere trattate con estrema cautela, soprattutto quando applicate a contesti urbani e civili. Vediamo perché.
Quando si parla di difesa personale, il KUAI si caratterizza per la sua semplicità e la sua efficacia, basata su due principi fondamentali: chiudere la distanza e colpire le zone non allenabili. Questi concetti, pur essendo semplici, rappresentano una strategia difensiva chiara, diretta e finalizzata alla sopravvivenza. Sebbene possano essere applicati anche singolarmente a seconda delle circostanze, è fondamentale adottare questa visione strategica per ridurre al minimo il tempo di esposizione all’aggressione, un fattore cruciale per vari motivi. Vediamo più da vicino questi principi e scopriamo perché sono così vantaggiosi in una situazione di pericolo concreto.
L'allenamento sotto stress è una metodologia fondamentale nella preparazione per la difesa personale. Si tratta di un tipo di allenamento che mira a simulare, per quanto possibile, le condizioni fisiche e mentali che si sperimentano in una situazione reale di aggressione. Attraverso l'uso di tecniche che inducono fatica, confusione e incertezza, questo approccio aiuta a sviluppare la capacità di reagire efficacemente in scenari di alta tensione, dove l'adrenalina e il caos possono compromettere il giudizio e la performance.
Nel KUAI la prevenzione nel contesto urbano moderno è il primo e più importante passo verso una difesa personale efficace. L’obiettivo non è solo reagire a un’aggressione, ma evitare che questa si verifichi, aumentando la consapevolezza dell’ambiente e adottando strategie pratiche che riducano il rischio di pericoli. Un approccio strategico alla prevenzione non deve essere percepito come uno stato di paranoia, ma come una consapevolezza attiva, capace di trasformare ogni spostamento in una città in un’opportunità di autodifesa silenziosa e preventiva.