Nel mondo della difesa personale, l’insegnamento efficace non può limitarsi a una sequenza di tecniche da imitare. Serve un metodo che favorisca l’apprendimento profondo, la trasferibilità motoria e la padronanza adattiva delle abilità. In questo contesto, l’uso della divisione strutturale degli esercizi, abbinata al metodo a spirale di Jerome Bruner, rappresenta uno strumento pedagogico di grande efficacia.
Cos’è la Divisione Strutturale degli Esercizi?
La divisione strutturale consiste nella classificazione degli esercizi secondo la loro struttura motoria comune, ovvero secondo la catena cinetica coinvolta, la logica biomeccanica o il modello funzionale sottostante.
In pratica, si analizzano e si raggruppano le tecniche in famiglie motorie, in cui gli esercizi condividono la stessa “impalcatura” tecnica, anche se variano per contesto, obiettivo o fase finale.
Esempi pratici:
- Il palleggio, il passaggio e il tiro in pallacanestro appartengono alla stessa famiglia motoria, condividendo la catena cinetica di schemi throw-like
- Le tecniche di percussione con le braccia (pugno diretto, gancio, martello, montante) fanno parte della stessa struttura motoria di colpo
- Le uscite da prese ai polsi, alle braccia o ai vestiti fanno parte della struttura di svincolo, anche se variano per direzione o appoggio
Il Metodo a Spirale di Bruner
Jerome Bruner, psicologo e pedagogista, propone un modello didattico chiamato “apprendimento a spirale”:
ogni concetto può essere insegnato fin dalla giovane età, a condizione che venga riproposto ciclicamente con maggiore complessità e in contesti via via più ricchi e variati.
Applicato alla difesa personale significa:
- Introdurre un concetto tecnico (es. colpo diretto) in forma semplice;
- Riprenderlo successivamente con variazioni: colpo da fermo, in movimento, contro bersaglio, sotto stress, in difesa, come attacco;
- Collegarlo ad altre famiglie (combinazioni, transizioni, difese).
Perché unire Divisione Strutturale e Metodo a Spirale?
L’unione di questi due approcci consente di creare progressioni didattiche coerenti, personalizzabili e solide, sia per allievi principianti che avanzati.
1. Favorisce l'apprendimento funzionale
L’allievo capisce come funziona il gesto, non solo cosa fare: impara a leggere le somiglianze tra tecniche diverse e a costruire schemi motori generalizzabili.
2. Accelera la progressione
Riconoscere una struttura comune permette di trasferire abilità da un contesto all’altro: un colpo allenato al sacco può essere adattato a una situazione reale con poche modifiche.
3. Rende il percorso più solido e meno dispersivo
La spirale di Bruner evita salti didattici e colma i vuoti: ogni ritorno al tema rafforza i livelli precedenti, ma li amplia con nuovi contenuti e sfide motorie.
Esempio pratico: colpi con gli arti superiori
1° livello (base):
- Studio del colpo diretto (linea retta, spinta, stabilità del tronco).
2° livello (variazione):
- Gancio e montante → stessa struttura, direzione diversa → contesto leggermente variato.
3° livello (applicazione):
- Colpo dopo una schivata / colpo sotto stress / combinazione diretta–gancio.
4° livello (integrazione):
- Colpo + uscita da presa / colpo in ambiente ridotto / colpo con strumento (es. oggetto d’uso comune).
Tutti i livelli fanno parte della stessa famiglia strutturale e si costruiscono a spirale, tornando ciclicamente alla base e ampliando la competenza.
Conclusione
L’applicazione della divisione strutturale degli esercizi, unita al metodo a spirale di Bruner, rappresenta un approccio didattico avanzato che consente di ottimizzare i tempi e la qualità dell’apprendimento tecnico-tattico nella difesa personale. Attraverso la classificazione degli esercizi in famiglie strutturalmente affini e la progressione ricorsiva dei concetti, l’allievo costruisce un bagaglio motorio coerente e funzionale.
Tuttavia, è fondamentale sottolineare che la difesa personale non è solo una questione di tecniche, ma soprattutto di strategia. Ogni tecnica appresa deve essere subordinata a una strategia chiara: la riduzione del danno.
In un contesto reale, la risposta tecnica deve essere il risultato di una valutazione strategica e non un automatismo scolastico. È proprio qui che la divisione strutturale e il metodo a spirale rivelano la loro forza:
- Permettono al praticante di riconoscere famiglie di attacchi (es. i colpi circolari, i calci frontali, le prese al busto) e di rispondere in modo efficace e coerente con azioni appartenenti alla stessa struttura.
- Consentono una crescita progressiva della consapevolezza, in cui ogni ritorno sullo stesso tema arricchisce la strategia con nuove sfumature, adattamenti e dettagli.
In sintesi, questo metodo non insegna solo come colpire o difendersi, ma aiuta a capire quando, perché e in quale modo farlo, rispettando sempre il principio guida della difesa personale: tutelare la propria incolumità con lucidità, misura e intelligenza strategica.
Ms Chatty Gipit