I Due Principi Fondamentali del KUAI

Colpire le zone non allenabili: il colpo alla gola

Quando si parla di difesa personale, il KUAI si caratterizza per la sua semplicità e la sua efficacia, basata su due principi fondamentali: chiudere la distanza e colpire le zone non allenabili. Questi concetti, pur essendo semplici, rappresentano una strategia difensiva chiara, diretta e finalizzata alla sopravvivenza. Sebbene possano essere applicati anche singolarmente a seconda delle circostanze, è fondamentale adottare questa visione strategica per ridurre al minimo il tempo di esposizione all’aggressione, un fattore cruciale per vari motivi. Vediamo più da vicino questi principi e scopriamo perché sono così vantaggiosi in una situazione di pericolo concreto.

1. Chiudere la distanza

Uno dei primi errori che molti praticanti di autodifesa possono commettere è quello di mantenere distanza dall'aggressore, restando in una zona in cui possono essere colpiti a piena potenza. Il principio del KUAI, invece, suggerisce esattamente l'opposto: avvicinarsi all'avversario.

Perché chiudere la distanza è un vantaggio strategico?

  • riduce la potenza dei colpi dell'aggressore: a distanza ravvicinata, l'aggressore non può sfruttare la forza di leva o la distanza necessaria per lanciare colpi potenti. Questo limita la sua capacità di danneggiare gravemente.

  • neutralizza armi lunghe: se l'aggressore impugna un'arma come un bastone o una spranga, chiudere la distanza diminuisce drasticamente la sua efficacia, riducendo lo spazio per utilizzare l'arma.

  • sorprende l'aggressore: la maggior parte delle persone si aspetta una reazione difensiva e di fuga. Chiudere la distanza, al contrario, destabilizza psicologicamente l'attaccante, togliendogli la sicurezza e facendolo sentire impreparato.

2. Colpire le zone non allenabili

Il secondo principio del KUAI è altrettanto semplice quanto efficace: in una situazione di autodifesa reale, non si cerca di sferrare colpi spettacolari o di mostrare tecniche complesse, e neanche irrealizzabili nella situazione reale, ma si punta direttamente alle zone del corpo che non possono essere allenate o rafforzate. Queste zone includono:

  • zona degli occhi
  • zona del naso
  • zona della gola
  • zona genitali

Quando si parla di "zone" anziché di punti specifici, è importante comprendere il motivo. Durante una colluttazione, lo stato emotivo di tensione, il caos della situazione e la difficoltà a eseguire movimenti fini rendono irrealistico pensare di colpire con precisione punti specifici del corpo. L'abilità motoria fine (fine motor skills) risulta compromessa sotto stress, mentre l'abilità motoria grossolana (gross motor skills) — ovvero i movimenti ampi e semplici — rimane più accessibile ed efficace. Concentrarsi sulle "zone" permette quindi di agire in modo più pratico e realistico, aumentando le possibilità di colpire e difendersi con successo anche nelle condizioni più difficili.

Perché colpire le zone non allenabili?

  • efficacia immediata: colpire queste aree provoca un'immediata temporanea incapacità fisica dell’aggressore, interrompendo qualsiasi attacco e consentendo di fuggire o prendere il controllo della situazione. Ad esempio, un colpo ben assestato agli occhi può accecare temporaneamente l'aggressore, permettendo una via di fuga sicura.

  • non richiede forza straordinaria: anche una persona con poca forza fisica può infliggere danni significativi colpendo queste zone. Questo rende il principio del KUAI accessibile e praticabile per chiunque, indipendentemente da età, genere o preparazione atletica.

  • non dipende dall'allenamento dell'avversario: l’avversario può essere estremamente allenato o fisicamente possente, ma le zone come gli occhi o la gola rimangono vulnerabili, e nessun allenamento può realmente “rinforzarle” o renderle invulnerabili.

  • riduce i tempi di confronto: colpire subito una zona non allenabile accorcia il confronto. Non c'è bisogno di prolungare uno scontro o rischiare ulteriori ferite quando si può indebolire l'avversario con un singolo colpo mirato.

  • aiuta a conservare energia: in una situazione di autodifesa reale, la velocità e la gestione dell’energia sono cruciali. Colpire una zona non allenabile permette di conservare forze per fuggire o per gestire eventuali altri aggressori.

Conclusione

Il KUAI si basa su due principi che, insieme, formano una strategia chiara e diretta per affrontare situazioni di pericolo reale: chiudere la distanza e colpire le zone non allenabili. Questi concetti semplici sono potenti strumenti per garantire la propria sicurezza, minimizzando il rischio e massimizzando le possibilità di successo. Non è necessario essere atleti esperti per applicare questi principi, ma è fondamentale capirne il valore e allenarsi a metterli in pratica con efficacia.

La difesa personale non deve essere complicata: deve essere funzionale, a volte la soluzione più semplice è anche la più efficace.

Ms Chatty Gipit

 

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