La consapevolezza situazionale nella prevenzione in Difesa Personale

Qualche giorno fa, un collega Istruttore di KUAI ha riportato una scena a cui aveva assistito poco prima nel quartiere: una donna era scesa da un'auto pronunciando la parola "aiuto" e si era incamminata verso una via. L'auto, con a bordo un uomo, aveva proseguito a fianco del marciapiede, separato dalla donna dalle auto parcheggiate a lisca di pesce, seguendola per alcuni metri per poi superarla e proseguire. Durante questo tragitto, i due si sono scambiati delle parole, non udibili dal collega.

Non conoscendo i dettagli, possiamo solo ipotizzare due cose:

  • la donna conosceva l'uomo alla guida dell’auto da cui è scesa
  • l’interazione, da un certo punto in poi, non era più consensuale

Vediamo di analizzare la situazione dal punto di vista della Difesa Personale.

La discesa della donna è avvenuta in una piazza molto ampia, illuminata e con diverse attività commerciali nelle vicinanze, inclusa una farmacia dotata di videocamere di sorveglianza. La donna ha pronunciato "aiuto" due volte, per poi allontanarsi dall'auto proseguendo sul marciapiede più vicino. Durante il tragitto, la comunicazione tra lei e l'uomo in macchina non è mai stata così forte da essere udita dal collega, che si era incamminato dietro la donna per monitorare la situazione.

La donna non ha mai cambiato né velocità né direzione, neanche quando l’uomo l’ha superata per proseguire sulla strada su cui lei stava andando.

Consapevolezza Situazionale

In Difesa Personale si parla di Consapevolezza Situazionale (Situational Awareness, Dr. Mica Endsley) e di come questa possa determinare scelte più sicure in situazioni che potrebbero degenerare in aggressioni, come in questo caso. Vediamo in breve di cosa si tratta.

La "consapevolezza situazionale" è la capacità di percepire e comprendere in tempo reale ciò che accade intorno, interpretando segnali del contesto e potenziali pericoli, per prendere decisioni tempestive e informate. È una competenza fondamentale nella difesa personale, sicurezza, sport ad alta intensità e professioni di emergenza, dove la rapidità di reazione è cruciale.

Allenare la consapevolezza situazionale significa coltivare sensibilità al contesto, evitare distrazioni e migliorare le capacità di osservazione e interpretazione per affrontare qualsiasi situazione con maggiore sicurezza e prontezza.

Inserire la Consapevolezza Situazionale nella Difesa Personale

Bisogna tuttavia considerare che, sotto stress, le attività cognitive si complicano e la qualità del pensiero si riduce. Come si può integrare allora la Consapevolezza Situazionale nella Difesa Personale? In KUAI lo facciamo attraverso lo studio della prevenzione.

Vediamo alcuni punti (consideriamo il rapporto tra la donna e l'uomo un dato di fatto, su cui non ci soffermeremo ora):

  • Comunicazione: è importante capire che "dire aiuto" è diverso dal chiedere aiuto. Nel primo caso, si pronunciano semplici parole, che potrebbero non essere chiare, sembrare un’espressione generica di disagio o essere interpretate in modo vago da chi è nei dintorni.

    Meglio sarebbe usare la Comunicazione Assertiva per comunicare in modo chiaro e inequivocabile, per esempio:

    • "Vattene!"
    • "Lasciami stare!"
    • "Non voglio parlare con te!"

    Questo tipo di comunicazione, emessa a voce alta e chiaramente percepibile dai presenti, non lascia dubbi né all’uomo nell’auto né a chi assiste: si tratta di una richiesta di allontanamento e aiuto. Da quel momento in poi, per i presenti è evidente che la relazione non è consensuale.

  • Spostamenti: nel caso specifico, la donna non si è accorta di aver lasciato la piazza ampia e illuminata, con attività commerciali e spazi centrali e visibili, per incamminarsi in una via costeggiata da alberi bassi che creavano ampie zone d’ombra sul marciapiede.

    La strada era anche in salita, un’inclinazione leggera ma costante per circa 100 metri e senza vie di fuga laterali. In caso di necessità di fuga, la donna sarebbe stata costretta a correre in salita. Questa strada, inoltre, conduceva a un mercato rionale con bancarelle chiuse e aree scarsamente illuminate, senza attività aperte nelle vicinanze a quell’ora, dove l’auto è arrivata ben prima della donna, dando tempo all’uomo di fermarsi e scendere dall’auto senza essere visto dalla donna.

  • Osservazione del comportamento dell'"aggressore": è importante. Se è in auto, spostarsi in aree difficili da raggiungere per la viabilità potrebbe essere una scelta migliore. Attraversare la piazza ripetutamente avrebbe permesso alla donna di rimanere lontana dall’uomo, costringendo l’auto a comportamenti visibilmente anomali rispetto alla comunicazione assertiva, senza affaticarsi fisicamente e rimanendo ben visibile ai presenti.

Lo studio della prevenzione va fatto a "a mente fredda" con calma e lucidità in modo da capire e interiorizzare nozioni di base per un comportamento sicuro, in modo che, anche sotto stress, possano diventare automatismi di difesa. Speriamo, naturalmente, che tutto sia andato per il meglio per la signora.

E tu, quale pensi che avrebbe dovuto essere l'atteggiamento del collega? Scrivilo nei commenti su Facebook o Instagram.

Ms Chatty Gipit

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