Spesso gli istruttori di Arti Marziali e Sport da Combattimento legano la loro pratica alla difesa personale senza effettuare nessuna contestualizzazione, nonostante siano ambiti con caratteristiche profondamente diverse. Infatti le arti marziali, gli sport da combattimento e la difesa personale hanno obiettivi, regole e contesti di applicazione specifici che difficilmente si possono sovrapporre. Cerchiamo di capire allora perché questo sconfinamento di campo continua.
Le Arti Marziali: l'arte del confronto tecnico
Le arti marziali sono "arti", e nascono in un contesto ormai antico, dove il confronto tecnico era al centro della pratica. Un'arte marziale può certamente sviluppare abilità fisiche e mentali utili in un conflitto, ma il suo focus è spesso sulla padronanza di tecniche codificate, piuttosto che sulla risposta immediata e istintiva necessaria in una situazione di pericolo reale. Per esempio, i kata del karate o le forme del kung fu sono espressioni coreografiche di una sequenza di mosse, non una risposta per difendersi da un'aggressione improvvisa.
Molti stili di arti marziali tradizionali non sono pensati per affrontare una minaccia in un contesto urbano moderno, con le sue variabili come aggressori non dichiarati, armi o ambienti ostili. Nonostante ciò, ancora si promuovono la pratica delle Arti Marziali come uno strumento di difesa personale, probabilmente per la loro eredità storica, legata ai film degli anni 70, ma senza riconoscere che la realtà di un'aggressione è molto diversa... qualcuno ricorda il film "La gang dei Doberman?" Cosa pensereste dell'efficacia di quella trama ambientata ai giorni nostri?
Gli sport da combattimento: competizione e regole
Gli sport da combattimento, d'altra parte, si svolgono in contesti regolamentati. Che si tratti di boxe, kickboxing, MMA o judo, ogni disciplina ha regole specifiche: categorie di peso, terreno di gara, arbitri, giudici, attrezzature di protezione e così via. L'obiettivo è vincere su un avversario rispettando queste regole, in un ambiente controllato. Le tecniche che si sviluppano sono pensate per essere efficaci all'interno di quel sistema.
Il problema nasce quando queste tecniche vengono promosse come difesa personale. L'allenamento negli sport da combattimento aiuta certamente a sviluppare forza, velocità, resistenza e gestione del combattimento fisico, ma mancano quegli elementi fondamentali che sono cruciali in una situazione di aggressione: l'imprevedibilità, l'assenza di regole e l'istinto di sopravvivenza. Un’aggressione non prevede fischi d’inizio, protezioni, né un avversario "leale". La posta in gioco è molto più alta: l'incolumità delle persone coinvolte.
Difesa personale: nessuna regola, nessun confronto tecnico
La difesa personale, (considerando qui solo l'aspetto dello scontro) al contrario, è essenzialmente una questione di sopravvivenza. Non esistono categorie di peso, regole o giudici. L’obiettivo è uno solo: proteggere se stessi e, se possibile, prevenire, mediare, fuggire. La differenza cruciale è che in un contesto di difesa personale non si tratta di vincere o perdere, ma di salvaguardare la propria incolumità. È una sfida mentale oltre che fisica, che coinvolge anche la capacità di gestione emotiva e l'uso di strategie per de-escalare il conflitto.
Inoltre, la difesa personale include molto più che il combattimento. Comprende la consapevolezza situazionale, la prevenzione, la gestione dello stress, e l'uso della parola e del linguaggio del corpo per evitare un confronto fisico. Il vero fulcro della difesa personale è capire che il confronto fisico è l'ultima risorsa, non la prima.
Perché gli istruttori di Arti Marziali e Sport da Comabattimento parlano di difesa personale?
Molti istruttori di arti marziali e sport da combattimento continuano a parlare di difesa personale perché spesso si rifanno alle radici tradizionali o vedono le abilità fisiche sviluppate nel loro ambito come utili anche in situazioni di pericolo. Tuttavia, è importante sottolineare che la realtà di un'aggressione è molto diversa rispetto a quella di un incontro sportivo o di un'esercitazione tecnica.
Forse, ciò che manca è una comprensione più chiara delle differenze tra questi tre mondi. Insegnare la difesa personale richiede un approccio diverso, non solo basato sul combattimento, ma su un mix di consapevolezza, tattica e capacità di evitare la violenza. Senza questa consapevolezza, c'è il rischio di confondere i praticanti, che potrebbero sentirsi sicuri solo perché padroneggiano gli elementi tecnici di una disciplina sportiva, senza essere preparati alla crudezza di una vera aggressione.
Conclusione
Le arti marziali e gli sport da combattimento hanno il loro valore intrinseco e sviluppano competenze preziose, ma è essenziale comprendere le differenze fondamentali con la difesa personale. Parlare di difesa personale all'interno di questi contesti può generare confusione, e i praticanti dovrebbero essere consapevoli che la protezione di sé stessi richiede più di un buon allenamento fisico. Richiede comprensione del contesto, delle proprie capacità e, soprattutto, della differenza tra l'arte del confronto e la necessità di salvaguardare la propria vita.
Ms Chatty Gipit